Una pittura che coinvolge l’anima e i sensi quella di Yuri Biagini, che ti trascina nell’oblio e resti sublimato dalla sua linearità scomposta ma soggettivamente equilibrata. L’andamento oscillatorio del segno e la tessitura cromatica costituiscono le coordinate concettuali delle opere di questo artista. I nodi, gli intrecci, le “fumate” di colore danno vita a una complessa massa cromatica, le cui linearità sono specchio della tensione emozionale di Biagini. Particolare è l’aspetto strutturale delle forme in rapporto con la superficie del quadro: alle volte il soggetto primeggia e occupa tutto lo spazio assumendo la sua entità da protagonista diversamente in altre composizioni la massa concettuale si libra nella tela e grazie a questa libertà lascia osservare una vibrante danza di segni, la cui nostra immaginazione vi si abbandona. Nelle opere di Biagini c’è un ritmo interiore “dipinto” dalla gamma di segni, linee e movimenti, in cui la personalità dell’osservatore è invitata da addentrarsi, con la consapevolezza che sarà un viaggio le cui coordinate emotive superano la realtà, ma allo stesso tempo, come un boomerang, riportano nella realtà. Le composizioni sembrano pensate con un apparente disordine, ma l’artista” gioca” con le forme e tutto ha una specifica funzione concettuale. Quello che colpisce e sublima è la molteplicità di significati e di possibili soggetti che si possono vedere nelle sue composizioni. L’opera nasce con uno specifico titolo nella mente dell’artista, ma non sempre la visione dell’osservatore ne percepisce la stessa entità concettuale. Una pittura che esprime la libertà di visione dell’artista coadiuvata dalla sua sensibilità caratteriale che, combinata ai colori e alle forme proprie di Biagini, scaturisce una realtà illustrata e suggestiva i cui parametri di interpretazione sono nelle mani del fruitore. Osservare le sue opere è come affrontare la soluzione di un gioco, il cui “rebus” scritto dall’artista, dettato dalla sua istintiva immediatezza visiva, suscita emozioni e vibrazioni, tendenti ad evocare l’universo inconscio di una realtà che genera attraverso l’astrattismo la libertà più illimitata affrontata dagli occhi dell’osservatore. Una libertà che fa scaturire impressioni psichiche, che “rapisce” il corpo e la mente dell’osservatore e lo conduce in un limbo creativo, fatto di colori brillanti, forme sinuose linee sensibili. Al cui termine del viaggio il nostro Io può solo essere gratificato, reso più leggero e arricchito di emozioni, turbamenti e suggestioni.
Dott.ssa Cristina Bruni, Storica dell’arte.
Gennaio 2014