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Quando l'arte diventa emozione… |
Uno stile insolito ricco di colore, intenso, magistrale, è quello dell’Artista Yuri Biagini, in cui sperimentazione è la parola chiave. Sperimentazione nelle forme, nel rigore formale e strutturale. Ogni elemento è pensato e studiato per dar vita ad uno stile irriverente, che stupisce e colpisce per le sue caratteristiche non convenzionali. Le forme si trasformano disegnando sofisticati giochi di luci ed ombre, si combinano in mix suggestivi e ricchi di stile, dal disegno forte e ben strutturato, assolutamente originale. Egli segue le tendenze artistiche con gusto personale e spensieratezza e organizza sul supporto un perfetto equilibrio di forme e creatività, fantasia e colori, istinto e arte. Siamo dinanzi a racconti visivi dal grande spessore narrativo che donano nuove chiavi di lettura alla realtà circostante. Opere di grande respiro dunque che splendono di luce propria e permettono all’artista di mostrare la parte più intima di sé descrivendo il suo mondo pittorico con estrema spontaneità ed istintiva fusione del gesto. Emozioni e sensazioni si intrecciano, accordati da una tavolozza significativa che tende ad offrirci una visione evocativa della sua anima. Una tavolozza sincera che supporta un segno dalla prorompente forza compositiva. Quella di Yuri Biagini è una seria ricerca artistica, i suoi dipinti sono sempre scossi da un’energia mentale e congeniati da un’elaborazione concettuale che intessono un discorso emotivo sull’esistenza suggerendo allo spettatore decodificazioni sempre nuove. La sua pittura è un racconto dell’umano tutto ed il colore, sempre cangiante, è il fulcro della sua produzione artistica, è la luce che rivela le cose, è un fuoco continuo che si rinnova e ci conduce alla riflessione. Un fare arte elegante, profondo, metafora simbolica delle vicende della vita.
Serena Carlino, ottobre 2015
Una pittura che coinvolge l’anima e i sensi quella di Yuri Biagini, che ti trascina nell’oblio e resti sublimato dalla sua linearità scomposta ma soggettivamente equilibrata. L’andamento oscillatorio del segno e la tessitura cromatica costituiscono le coordinate concettuali delle opere di questo artista. I nodi, gli intrecci, le “fumate” di colore danno vita a una complessa massa cromatica, le cui linearità sono specchio della tensione emozionale di Biagini. Particolare è l’aspetto strutturale delle forme in rapporto con la superficie del quadro: alle volte il soggetto primeggia e occupa tutto lo spazio assumendo la sua entità da protagonista diversamente in altre composizioni la massa concettuale si libra nella tela e grazie a questa libertà lascia osservare una vibrante danza di segni, la cui nostra immaginazione vi si abbandona. Nelle opere di Biagini c’è un ritmo interiore “dipinto” dalla gamma di segni, linee e movimenti, in cui la personalità dell’osservatore è invitata da addentrarsi, con la consapevolezza che sarà un viaggio le cui coordinate emotive superano la realtà, ma allo stesso tempo, come un boomerang, riportano nella realtà. Le composizioni sembrano pensate con un apparente disordine, ma l’artista” gioca” con le forme e tutto ha una specifica funzione concettuale. Quello che colpisce e sublima è la molteplicità di significati e di possibili soggetti che si possono vedere nelle sue composizioni. L’opera nasce con uno specifico titolo nella mente dell’artista, ma non sempre la visione dell’osservatore ne percepisce la stessa entità concettuale. Una pittura che esprime la libertà di visione dell’artista coadiuvata dalla sua sensibilità caratteriale che, combinata ai colori e alle forme proprie di Biagini, scaturisce una realtà illustrata e suggestiva i cui parametri di interpretazione sono nelle mani del fruitore. Osservare le sue opere è come affrontare la soluzione di un gioco, il cui “rebus” scritto dall’artista, dettato dalla sua istintiva immediatezza visiva, suscita emozioni e vibrazioni, tendenti ad evocare l’universo inconscio di una realtà che genera attraverso l’astrattismo la libertà più illimitata affrontata dagli occhi dell’osservatore. Una libertà che fa scaturire impressioni psichiche, che “rapisce” il corpo e la mente dell’osservatore e lo conduce in un limbo creativo, fatto di colori brillanti, forme sinuose linee sensibili. Al cui termine del viaggio il nostro Io può solo essere gratificato, reso più leggero e arricchito di emozioni, turbamenti e suggestioni.
Dott.ssa Cristina Bruni, Storica dell’arte.
Gennaio 2014
L’astrattismo , proprio per le sue caratteristiche di spontaneità ed immediatezza creativa ,non può essere costretto in precisi canoni , ma è anzi, espressione di assoluta libertà costruttiva. Perciò richiede, da parte di chi osserva ,altrettanta immediatezza nel recepimento ,concedendo peraltro, una certa libertà interpretativa. Certamente richiede pure una certa sensibilità e preparazione artistica del fruitore ,che ,in quel momento, non è più soggetto passivo a cui è destinata l’opera , ma diviene anche lui, nella sua interpretazione ,partecipe all’opera stessa, in uno strano rapporto di complicità con l’artista. Se ciò può sembrare fin troppo logico per essere ripetuto, ho voluto ricordarlo solo per giustificare il groviglio di emozioni che le opere di Yuri Biagini possono suscitare in chi, anche non possedendo completamente le chiavi di decodificazioni, si pone in osservazione. Qui l’opera non vive più soltanto in funzione dei suoi elementi costitutivi e della distribuzione del colore, bensì anche in relazione all’ indovinato , e direi quasi scultoreo e dinamico, equilibrio della composizione, che si avvale di apporti descrittivi concreti ( spirali, elementi materici ,squarci , dissolvenze ) per esprimere idee che possono rappresentare caos e dissoluzioni. Quindi non pittura di maniera che nel disordine cerca soltanto effetti effimeri , ma oserei dire costruzione , sovrapposizioni , accostamenti , che tendono piuttosto a creare , dalle masse , un certo ordine espressivo. E nemmeno il colore diviene pretesto per suscitare sensazioni o vibrazioni puramente emotive ma assume una precisa funzione di carattere descrittivo , tendente ad evocare atmosfere particolari , direi crepuscolari. Segno e colore che si integrano in un apparente disordine , in esplosioni ed implosioni , che permettono sempre di ricostruire moduli espressivi aventi un nesso logico, con contrasti pacati che si incontrano e si intersecano in delicate sfumature. Una pittura che, oltre alla ricerca di contenuti più evoluti esprime anche la rara sensibilità dell’artista che ne è autore. Pink House, aprile 2013 Vincenzo Cignarale
Yuri Biagini
Lasciare gli ormeggi e salpare, avventurarsi verso mete ignote, sono gesti che richiedono una non indifferente dose di coraggio. Osare è una scelta che Yuri Biagini ha scelto di compiere: l’artista non può fermarsi alla mera conquista tecnica, non può trovare in essa l’appagamento del bisogno espressivo che gli è proprio. Vi è un discorso di onestà alla base, verso il pubblico ma soprattutto verso sé stesso: occorre sapersi ascoltare, ed essere disposti a rischiare. Questo significa scegliere di superare ciò che si è appreso, far proprie le conquiste dell’arte per andare oltre, verso un deserto inesplorato ma gravido di novità. Il sottile richiamo di un’interiore inquietudine ha condotto Biagini in un pellegrinaggio all’interno dell’essere, in universi nascosti che la fantasia stessa innalza e svela, rivelazioni improvvise di mondi al di là della fisica esistenza, ma non meno veri di quest’ultima quando vengono accarezzati dai pennelli dell’artista. Se il vento che plasma le informi dune di sabbia genera realtà della durata di frazioni di secondo, il colore può eternare questi monumenti dell’inconscio. Il pittore agisce come il lampo che rivela il paesaggio sconvolto da una tempesta ormai verso l’orizzonte, mostrandoci un’istante in sé perenne. Studio ed esercizio dell’arte passata possono fornire i mezzi, ma è solo la consapevolezza che permette di dominare un eterno moto interiore, dove dominarlo significa assecondarlo, comprenderlo, e soprattutto saperlo porgere sotto forma di immagine. Un’immagine che è la condensazione di un viaggio, di un emozione, dell’interiorità condivisa di un’anima.
Marzo 2013 Lorenzo Gigante
Ogni artista è conscio che ogni fase della propria crescita artistica è un continuo confrontarsi, prima con se stessi e poi con gli altri in una perenne ricerca della “perfezione artistica”. Da ciò nasce AENIGMA che vuole essere un confronto a grande distanza di tempo fra due modalità di pensare e rappresentare il proprio tempo nell’arte : un confronto impostato sulla tecnica pittorica, sull’attualità degli artisti contemporanei e sulla storicità secolare degli artisti del 1500. Aenigma è anche un viaggio nel labirinto artistico-mentale dei quattro (Parmarè, Marco Fattori,Maurizio Camatta,Yuri Biagini) artisti, conosciuti a livello internazionale, capaci di esprimersi con ogni mezzo espressivo e ,che, con coraggio e forza si confrontano con i grandi maestri (Tiziano Vecellio, anonimo di ambito giorgionesco) del XVI sec.. Il tutto andrà in essere nella cornice delle Cantine di Palazzo Rava situato nel centro storico della città del mosaico, Ravenna. Con la curatela di Vincenzo Cignarale e la presentazione del critico d’arte Lorenzo Gigante.
Dal 24 giugno al 25 agosto partecipo ad una rassegna d’arte che si terrà al Museo del Bali Saltara(PU) in cui oltre a me partecipano altri 18 artisti l’evento e curato da Vincenzo Cignarale, siete invitati a visitarla…
DAL 1 OTTOBRE AL 29 ESPONGO LE MIE OPERE,IN UNA MOSTRA PERSONALE , AD AGLIANA ALL’INTERNO DEL COMUNE..VI INVITO A VISITARLA…
Le immagini surreali che scaturiscono dalle impressioni psichiche hanno uno stretto legame tra il linguaggio di Yuri Biagini e la realtà che lo circonda. Non si tratta di vaghe impressioni dettate,magari,da una fertile immaginazione o di alcuni momenti prevalentemente onorici,caratterizzati dal desiderio di prevaricare,in chiave fantasiosa e con una sorta di mescolanza di mistico e di profano,la dura realtà quotidiana. I richiami ad una realtà complessa,la quale testimonia il “passaggo” della specie umana,conducono la nostra lettura oltre la superficie pittorica per approfondire psicologicamente la contenutistica dell’opera di Yuri Biagini e per consentire alla visione di recepire le impresse inquietudini,le deformazioni umane e le tensioni della coscienza. Le diversificazioni dei momenti compositivi,in certi elaborati,trovano piena corrispondenza nella gradazione cromatica,la quale si presenta con una tonalità di luce che rasenta la fantascienza,contribuendo ad evidenziare,in modo notevole e prestigioso,un senso di pace. L’artista sente il mondo dell’umano e sa cogliere gli elementi primordiali del suo discorso dove il colore,l’oggetto,l’ambiente confluiscono in una sentita enunciazione di allegoria realistica dando vita ad opere di pregevole effetto estetico e di indiscutibile validità artistica.
Pink House Gallery ,17 luglio 2011 Vincenzo Cignarale
Per definire il cimento artistico di Yuri Biagini occorre sincerarsi delle motivazioni che lo spingono a creare: il tutto origina in nuce da una ferma e decisa convinzione che alimenta la passione, da un invalso piacere di sfogare attraverso la tela il proprio esiziale moto creativo. Non un pedissequo accademico perpetuarsi di sensazioni, dunque, ma un libero afflato primigenio scevro da condizionamenti. Il suo primo maestro, a cui Yuri orgogliosamente riconduce i suoi primi passi – l’artista aglianese Paolo Palandri – è granitico esempio di libertà espressiva. Per questo, oggi, Yuri può vantare una lunga serie di esperienze tematiche e stilistiche, discrasiche attenzioni all’oggettivo tentativo di affermare una propria naturale e autonoma dimensione artistica. Tuttavia egli non si rassegna all’inverecondia dominante di molta parte del mondo artistico contemporaneo circostante. Apre la sua arte a noi con timida ma ferma esibizione, corrispondendoci un sincero ed irrefrenabile pathos che alimenta e rinvigorisce ogni sua tela. E’ lo spirito che egli ha sempre profuso anche nelle prime partecipazioni alle estemporanee, una sorta di “practice” accelerato per molti pittori che intendono lasciare il dilettantismo per nuovi e più eccitanti approdi. Ecco che oltre i suoi primi paesaggi, inscrivibili in un più ortodosso vedutismo toscano, oltre le sue prime captazioni figurali, ove le raffigurazioni etniche, umane e animali, avevano la loro giusta e puntuale giustificazione nel continuo apprendimento, oltre gli studi e le prove di scuola, fino a sconfinare in alcuni realistici dipinti con l’aerografo, giungiamo a prove d’autore, a mio avviso le più significative, ove il colore decide la forma e la forma giustifica il colore: sono le opere che io definisco di “ collimazione morfo-cromatica”. In queste opere il segno gestuale della spatola, che muove il colore a volte aggiunto a volte asportato, compone ordinatamente segno e colore, descrivendo forme ondulate in passaggi cromatici tonali giustapposti con delicatezza e armonia. Episodi di glauche lattescenti ondulazioni si rincorrono nella tela, conducendo l’attenzione visiva sempre in un punto, il fulcro, il fuoco della composizione, equilibrio. A queste opere Yuri è arrivato dopo alcuni anni di serio apprendimento, e le stesse opere, seppur rappresentando un punto di arrivo significativo, sono senz’altro il punto di partenza per nuove stimolanti esperienze, che sicuramente l’artista saprà proporci nel prossimo futuro.
Domenico Asmone